Il metodo “Dragon Taichi” del Maestro Possemato è da una parte la continuazione del Taichichuan stile Yang tradizionale così come trasmesso all’interno del lignaggio di Yang Sauchung, dall’altra un perfezionamento dello stesso, attraverso un continuo lavoro di cesello prettamente italiano. Nulla della tradizione viene perso, ma allo stesso tempo il sistema tradizionale necessita, come ogni generazione ha fatto in passato, di essere modellato sulla base delle necessità della società contemporanea da un lato, e dall’altro di non essere ingessato in un assetto statico che impedisca ulteriori possibili evoluzioni.
Tradizionalmente, all’interno della famiglia Yang venivano riconosciuti tre principali telai di esecuzione della forma, ai quali corrispondevano tre diversi momenti della pratica a 360 gradi (comprendendo quindi ad esempio anche l’attitudine dei Qigong e lo sviluppo del potenziale marziale). Anche “Dragon Taichi” mantiene questa tripartizione.
Il primo telaio è quello della Gru. L’uccello gru, o l’airone, si caratterizza per l’eleganza dello slancio verticale, per la potente apertura alare e per l’agio nel mantenimento dell’equilibrio anche su di una gamba. La forma, eseguita in questo telaio, risulta quindi aperta, verticale, slanciata. Questo stadio della pratica corrisponde all’apertura del sistema energetico del praticante, e può essere affrontato da chiunque, anche da chi ha poca esperienza di movimento, è più avanti con l’età o non ha aspirazioni di carattere marziale (Taichi per la salute).
Il secondo telaio è quello della Tigre. L’assetto di pratica è ora più basso, i muscoli di gambe e schiena vengono impiegati in un sensibile sforzo, la colonna vertebrale è costretta a tendersi come un arco. La forma, eseguita in questo telaio, risulta quindi più aggressiva, le movenze più che morbidi tratti nell’aria sembrano qui dei veri e propri tentativi di “strappare” richiamando a se. Questo stadio della pratica corrisponde alla compressione dell’energia, e sebbene qualunque praticante possa mirare a sviluppare questo tipo di Taichichuan, è sconsigliato per chi ha problemi articolari alle gambe e alla schiena, per chi mira solo all’apertura del sistema energetico e per chi in generale non è attratto dal Taichi come arte marziale.
Il terzo telaio è quello del Serpente. L’assetto di pratica è ora decisamente basso, le movenze del bacino e quelle della colonna vertebrale del tutto diverse rispetto a quelle dei due precedenti telai. La forma, eseguita in questo telaio, risulta essere meno “geometrica”, il corpo si muove come un’unica entità dove busto ed arti sembrano saldati fra loro. Qui la morbidezza e l’apertura tipici della Gru sono scomparsi (da fuori dal corpo ora si manifestano dentro il corpo). Questo stadio della pratica corrisponde alla condensazione dell’energia, ed è sconsigliato per chi non ha delle sufficienti fondamenta di allenamento, mentre è fondamentale per chi vuole andare più a fondo nei “segreti” marziali del Taichichuan della famiglia Yang.
Al praticante esperto, al ricercatore delle arti interne, a chi è passato per le pratiche dell’acqua e quelle del fuoco, l’arte ed il Maestro lasciano intravedere il movimento del Dragone, che mette insieme le caratteristiche della Gru, della Tigre e del Serpente e le fonde nel sembiante di un essere nuovo. Questo è il nostro Dragon Taichi.